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Lanciato il prodotto a capitale protetto legato all’indice MSCI World ex-USA con bassa esposizione agli Stati Uniti.
Comunicato del 18/08/2025 10:16:11 a cura della redazione
Chi teme che il nuovo ciclo di dazi annunciato dall’amministrazione Trump possa penalizzare le società americane più esposte all’export trova oggi nell’azionario globale ex-USA una valida alternativa. In un contesto in cui la selettività geografica diventa un criterio centrale, alcuni indici stanno guadagnando l’attenzione dei gestori internazionali per la loro capacità di rappresentare in modo più puro la crescita globale, riducendo a ridurre al minimo l’esposizione all’economia statunitense e ai rischi di policy ad essa associati. Tra questi, l’indice MSCI World ex-USA with Minimum Economic Exposure to USA Top 50 Select 3.5% Decrement si propone di sintetizzare in un unico strumento le società dei mercati sviluppati che generano la quota più bassa di ricavi dagli Stati Uniti escludendo direttamente i titoli quotati a Wall Street e selezionando le 50 aziende più liquide e capitalizzate tra quelle con minore dipendenza economica dagli USA. Il risultato è un paniere fortemente diversificato per settore e geografia, concepito per intercettare le dinamiche dell’economia globale ma schermato dagli effetti collaterali delle guerre commerciali. Questa esigenza di diversificazione geografica si sta riflettendo nei flussi: gli investitori hanno ritirato molta liquidità dai fondi azionari statunitensi, dirottandoli nei money market fund. Il rally dell’S&P 500, che da mesi ha beneficiato di posizionamenti sistematici e di una narrazione da soft landing, sta mostrando segnali di affaticamento proprio mentre l’effetto dei nuovi dazi riporta in auge dinamiche simili a quelle del 2018, quando le tensioni commerciali con la Cina avevano innescato una netta rotazione settoriale e geografica. Contestualmente, il tasso medio effettivo dei dazi ha raggiunto il 15,2%, il valore più elevato dalla Seconda Guerra Mondiale portando gli investitori iniziano a riconsiderare il rischio di concentrazione sull’azionario USA, per una sempre crescente domanda di soluzioni esposte ad aree meno colpite dalle tensioni protezionistiche. I dati di performance rafforzano questa rotazione: da inizio anno, l’indice MSCI World ex-USA ha guadagnato circa il 18%, più del doppio del +7,8% dell’S&P 500. Più della metà dei fund manager interpellati da BofA ritiene che le azioni fuori dagli Stati Uniti saranno il miglior asset nei prossimi cinque anni, una percentuale che fino a pochi mesi fa era impensabile. La dinamica non è però solo tattica: l’Europa e il Giappone potrebbero continuare a sorprendere positivamente anche sul fronte degli utili, tradizionalmente considerati più stagnanti rispetto agli omologhi americani. Il mercato sta premiando la combinazione di valutazioni più attraenti, minore esposizione geopolitica e politiche economiche più accomodanti in molte aree extra-USA.
È in questo contesto che si inserisce il nuovo certificate a capitale protetto lanciato da UniCredit (ISIN IT0005653594). Lo strumento, in collocamento dal 13 agosto e fino al 26 settembre 2025, è legato proprio all’indice MSCI World ex-USA Minimum Economic Exposure USA Top 50 Select 3.5% Decrement, rappresentando una sintesi tra visione strategica internazionale e protezione del capitale. Il certificate, denominato in euro, ha durata di 6 anni e prevede la restituzione integrale del valore nominale alla scadenza, indipendentemente dall’andamento dell’indice. A ogni anniversario, l’investitore riceverà inoltre una cedola variabile condizionata, erogata anche in caso di performance negativa fino a -30% dell’indice rispetto al valore iniziale: una struttura che punta a offrire flussi ricorrenti senza rinunciare a un robusto cuscinetto di protezione. L’importo della cedola verrà calcolato in funzione dell’andamento dell’indice sottostante e in particolare verrà riconosciuto la maggior performance calcolata a partire dal 70% del livello iniziale e aggiustata per un fattore di partecipazione del 7,15%. Il sottostante, nella sua architettura, riflette un’idea di diversificazione attiva: si compone delle 50 società che combinano bassa dipendenza dal mercato americano, elevata capitalizzazione e sufficiente liquidità, secondo una metodologia trasparente e sistematica sviluppata da MSCI. Il decremento del 3,5% annuo integrato nella performance dell’indice serve a compensare il meccanismo di distribuzione delle cedole, rendendo la struttura sostenibile anche in un contesto di tassi ancora relativamente elevati. La logica è quella di offrire un’esposizione azionaria internazionale “purificata” dal rischio geopolitico americano, senza rinunciare a un potenziale rendimento in caso di scenario favorevole per le borse globali, ma con un capitale sempre protetto.