Analisi dinamica dei certificati di BNP Paribas Partnership sponsorizzata

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BNP PARIBAS, UN EMISSIONE CON RENDIMENTO A DOPPIA CIFRA PER LE UTILITIES

Mentre i tassi reali mettono sotto pressione il debito, le utilities rispondono con flussi stabili e bilanci solidi

Articolo del 04/06/2025

Dopo un 2024 in cui il comparto utilities ha vissuto una fase di sottoperformance rispetto ai settori ad alta crescita come la tecnologia, complice l’aumento dei costi di finanziamento che ne ha diminuito l’appeal per l’investimento nei portafogli di investimento, i primi mesi del 2025 mostrano segnali di un ritorno di interesse grazie al rafforzamento dei fondamentali operativi e al miglioramento delle prospettive regolatorie e finanziarie. In questo scenario si inserisce con coerenza la nuova emissione Phoenix Memory Callable targata BNP Paribas (ISIN NLBNPIT2LWP8), che punta proprio su quattro player strategici del comparto: Veolia Environnement, Engie, E.On e NextEra Energy. I numeri del primo trimestre 2025 confermano la robustezza delle fondamenta industriali delle società sottostanti. Veolia ha registrato ricavi per 11,5 miliardi di euro, con una crescita organica del +3,9%, escludendo l'effetto dei prezzi dell’energia, mentre l’EBITDA ha segnato un progresso del +5,5% a 1,695 miliardi di euro. La società guidata da Estelle Brachlianoff conferma la propria resilienza grazie a un modello integrato tra acqua, rifiuti ed energia. Engie, da parte sua, ha chiuso il trimestre con una crescita dell’EBIT trainato dalla divisione infrastrutture e da un’espansione selettiva nel rinnovabile; il gruppo francese ha inoltre completato lo storico accordo sul nucleare belga e ridotto il debito netto economico di 1,8 miliardi di euro. Solida anche la performance di E.On, che ha messo a segno un EBITDA di 3,2 miliardi di euro nel primo trimestre (+18% su base annua) e un utile netto in crescita del 22% a 1,27 miliardi. La divisione della rete è stata il principale motore di crescita beneficiando di investimenti infrastrutturali e di una normalizzazione delle condizioni climatiche. Il piano al 2028, confermato in tutte le sue componenti, prevede un incremento costante del dividendo e oltre 8 miliardi di investimenti l’anno. NextEra Energy, infine, ha confermato il proprio ruolo di leader nella generazione rinnovabile negli Stati Uniti. Il gruppo ha registrato un utile rettificato di 2,038 miliardi di dollari nel trimestre (+9%): la guidance resta ambiziosa con una crescita attesa degli utili per azione tra il 6% e l’8% annuo fino al 2027 e dividendi in salita del 10% annuo.

Nel contesto di queste evidenze fondamentali, BNP Paribas ha recentemente emesso un nuovo certificate Phoenix Memory Callable (ISIN NLBNPIT2LWP8) scritto proprio sui quattro colossi appena menzionati. Il prodotto si distingue per una struttura difensiva con barriera fissata al 55% del valore iniziale per la protezione del capitale e per l’erogazione dei premi. I premi condizionati sono mensili e pari allo 0,90%, corrispondenti a un rendimento potenziale annuo del 10,8% lordo. Elemento centrale della struttura è l’opzione callable: a partire dal primo anniversario (aprile 2026), BNP Paribas potrà richiamare anticipatamente il prodotto su base mensile a sua discrezione, corrispondendo agli investitori il 100% del valore nominale più l’eventuale premio. Questa facoltà dell’emittente introduce una componente asimmetrica che va attentamente valutata: in scenari di performance positiva dei sottostanti o contrazione dei tassi, la probabilità di richiamo aumenterà comprimendo la duration dell’investimento ma cristallizzando i premi già maturati. Con una scadenza fissata a maggio 2028 e la presenza di una barriera europea, il certificato si configura come una soluzione pensata per chi ricerca rendimento in un contesto di tassi ancora relativamente elevati, disposto ad accettare un rischio azionario su un basket di utilities globali solide, protagoniste della transizione energetica ed appartenenti al comparto difensivo caratterizzato da una minore volatilità relativa, estremamente importante per ben ponderare la vera profondità di una barriera capitale.