Redazione / Approfondimento

Storno sul settore luxury: rischio o opportunità?

Resilienza e M&A tengono alto l’appeal ma le trimestrali e la guidance hanno mostrato debolezza nel breve termine. Big player del settore tornano a buon mercato.

Articolo del 08/11/2023 10:05:32 a cura della redazione

Negli ultimi anni il settore del lusso ha alternato momenti di euforia ad altri di pessimismo in Borsa. Se l’appeal per tutto il 2023 è stato giustificato dalla storica decorrelazione che il settore ha nei confronti del contesto economico, così come la resilienza all’inflazione, l’elevata marginalità e l’anelasticità della domanda, sostenuto anche da operazioni di M&A come il deal Tapestry-Capri Holdings, con inevitabili repricing sulle quotazioni e multipli, è venuta poi la doccia fredda dovuta alle guidance deludenti rilasciate dalle case di moda per il 2024.
Il calo dei prezzi, su cui ha inciso anche la questione cinese, ha riportato i multipli P/E sui livelli del 2021/2022 per le big cap del settore.
L’indice MSCI World Textiles Apparel & Luxury Goods nella rilevazione anno su anno è in progresso del 21,78%, ma dopo essere stato anche a quota +52% (rispetto allo scorso novembre) ad inizio maggio scorso. Un calo che ha interessato anche il settoriale europeo che oggi però si ferma più in basso a quota +14,53%. Mentre l’azionario è andato praticamente in trading range lateral-rialzista, il settore negli ultimi 5 mesi ha vissuto un andamento decisamente opposto.
A pesare su questo trend è certamente il deterioramento delle vendite negli Stati Uniti, con le preoccupazioni sulla situazione macroeconomica ed il ritmo debole della ripresa della spesa in Cina che hanno reso le valutazioni di mercato del settore più attraenti.


Andiamo ora a vedere il dettaglio dei singoli titoli. Il rialzo registrato durante l’ultimo anno ha permesso a LVMH di diventare il titolo europeo a maggior capitalizzazione ed entrare nella top 10 mondiale. Il saldo ad un anno parla di un +11,58%. Tra i titoli top performer del comparto troviamo Pandora (+110,27% y/y), con a seguire, tra le big cap, a Hermes (+38,78%), Hugo Boss (+29,8%), Prada (+23,56%) e Moncler (+20,6%). Tra i segni meno salta immediatamente all’occhio una Kering (-14,17%) in pieno riassetto interno, che siamo ormai abituati a trovare come worst of in molti basket settoriali. Performance annua negativa anche per Burberry (-6,6%) e Tapestry (-9%), per la quale ha pesato non poco l’acquisizione di Capri Holdings. Tra le small cap italiane menzione va fatta per Brunello Cucinelli che sulla rilevazione anno su anno raggiunge un +41% di capitalizzazione.
Il grafico presente in pagina mostra non solo i saldi ma anche l’andamento negativo che ha impattato sul settore in forma pressoché indistinta da 3-4 mesi a questa parte.

UNO SGUARDO AI FONDAMENTALI
Le società del settore del lusso sono caratterizzate da elevatissimo pricing power e domanda anelastica, favorendo una ottima resilienza anche nei contesti fortemente inflattivi come quello da poco messo alle spalle. A livello di singole società, gira attualmente su buoni multipli il titolo Kering, contraddistinto da un P/E del 14,7x contro una media dei comparables di 21,6x.
A livello dimensionale, come già anticipato, a comandare è LVMH, con un fatturato superiore agli $83,4 mld, seguita da Kering ($21,4 mld) ed Hermes ($12,2 mld).

Fonte CedLab

IL GIUDIZIO DEGLI ANALISTI
Sul fronte dei rating rilasciati dagli analisti, bollino verde per LVMH, Cie Financiere Richemont e Tapestry, con i rating “buy” tutti superiori al 70%. Prevale invece la neutralità per quanto concerne Kering, Moncler ed Hermes. Il prezzo obiettivo atteso presuppone in generale un premio che varia dal 22% sulle attuali quotazioni per quanto concerne LVMH fino al 66% su Tapestry.

LA SHORTLIST SUL LUSSO
Tra i certificati più interessanti legati ai titoli del lusso, troviamo il Phoenix Memory Softcallable firmato EFG International (Isin CH1282089734) che più di un’occasione ha trovato posto all’interno dei portafogli modello mensili di Certificati e Derivati. Si tratta di un certificato con scadenza residua biennale che lega le sue sorti ad un basket composto dai titoli Hermes, Richemont e Tapestry con quest’ultimo attuale worst of a -10% da strike. In risposta a questa discesa dei titoli, il prodotto quota attualmente sui 979 euro. Sul fronte delle caratteristiche, il certificato prevede una barriera capitale fissata al 60%, premi mensili dell’1% e l’opzione “callable” per il richiamo anticipato a discrezione dell’emittente, che potrà rimborsare il prodotto qualora lo ritenga conveniente. Come contropartita per l’investitore, lo standing cedolare della proposta risulta essere più alto di un classico Phoenix Memory con le stesse caratteristiche. Un prodotto che in considerazione di ciò è maggiormente adatto in ottica di costruzione e diversificazione di portafoglio.
Cambiamo caratteristiche e andiamo ora su un Low Barrier a barriera 40% e quindi su opzioni accessorie particolarmente resilienti con il Cash Collect Memory (Isin NLBNPIT1JU80) targato BNP Paribas agganciato ai titoli Moncler, Capri Holdings e Kering (quest’ultimo attuale worst of a -26% da strike). Certificato che gira ancora nell’intorno della pari con cedola mensile dello 0,8%. Una valida alternativa per puntare su Kering, titolo fortemente penalizzato del settore, con ancora discreti spazi di flessibilità.
Tra i titoli sotto la lente spicca anche un inedito Phoenix Memory Magnet (Isin XS2395043297) firmato SocGen e legato ai titoli Intesa Sanpaolo, Moncler e Kering, questi ultimi due ampiamente worst of del basket con il certificato acquistabile a quota 90,75 euro. Il prodotto prevede premi a memoria con frequenza mensile dello 0,85% che verranno pagati qualora tutti i titoli all'interno del basket, in corrispondenza delle date di osservazione previste, rilevino al di sopra del 60% dei rispettivi strike. Inoltre, a partire dal 1 agosto 2024, se il peggior sottostante si posizionerà al 100% del rispettivo strike price, si attiverà il rimborso anticipato del valore nominale; tuttavia, grazie all’opzione Magnet, se il worst of dovesse posizionarsi al di sotto del trigger autocall alla prima data di rilevamento, alla data di osservazione successiva il trigger sarà pari esattamente al livello di chiusura del sottostante alla data di rilevamento precedente (in ogni caso mai inferiore al Floor fissato nello specifico all’85% del livello di riferimento iniziale). A scadenza, se il worst of rileverà al di sotto della propria barriera, il rimborso del valore nominale verrà diminuito della sua performance negativa, che verrà calcolata a partire dallo strike.
Chiude il quadro un Phoenix Memory Airbag di Ubs (Isin DE000UL4W271) che chiude il quadro anche dal punto di vista delle opzioni accessorie con la presenza dell’Airbag su una barriera capitale fissata al 60% e pertanto con un fattore airbag pari a 1,67 circa sulla componente lineare sotto barriera. Scadenza fissata per maggio 2028 e basket composto da Hermes, Porsche, LVMH e Moncler. Acquistabile a 880 euro per via degli ultimi due titoli a -20% da strike, il certificato prevede premi trimestrali del 2,125% con trigger level fissato al 70%.

Fonte CedLab