TURBO E SHORT

Introduzione

I turbo e short sono certificati di tipo leverage che consentono di replicare in maniera lineare ma con leva, le performance del sottostante. Gli investitori che vogliano puntare su un indice o azione possono quindi investire solo una porzione del capitale altrimenti necessario, data dal differenziale tra la quotazione corrente e lo strike, a cui si aggiunge il costo di funding sostenuto dall’emittente per finanziare le operazioni di copertura.

In particolare i turbo long permettono di avvantaggiarsi della crescita del sottostante su cui sono scritti sfruttando l'effetto moltiplicativo della leva finanziaria. I turbo short certificates, al contrario, permettono di avvantaggiarsi della discesa del sottostante sfruttando l’effetto leva.

In generale, questi certificati sono caratterizzati da un perfetto allineamento tra strike e stop loss level, e sono anche solo parzialmente soggetti alla volatilità del sottostante. Infatti, il time decay e le variazioni di volatilità hanno su questo prodotto un impatto marginale, ma non nullo. Più il sottostante tende ad avvicinarsi allo strike level, ovvero alla barriera, più i prezzi del certificato saranno influenzati dai repentini movimenti dei valori della volatilità.

Andando più nel dettaglio, il prezzo a scadenza del turbo sarà dato dalla differenza, tra il corso del sottostante e lo strike, moltiplicata per il multiplo del certificato. Analogamente il prezzo di uno short sarà dato dalla differenza, tra lo strike e il corso del sottostante, moltiplicata per il multiplo del certificato. Prima della scadenza, invece, il prezzo è influenzato oltre che dalla volatilità del sottostante anche dai dividendi stimati distribuiti dal sottostante e dai tassi di interesse.

Quindi, per il calcolo del fair value corrente di uno short, esso sarà tendenzialmente pari alla differenza tra strike price e valore corrente del sottostante a cui vanno aggiunti, per gli indici di prezzo, i dividendi stimati fino alla scadenza. Analogamente, per il calcolo del fair value di un turbo, i dividendi stimati andranno sottratti al differenziale tra il valore corrente del sottostante e lo strike level.

Elementi caratteristici dei turbo e short

Il sottostante

Elemento fondamentale di uno strumento derivato, è l’azione, l’indice, la merce, la valuta o il paniere sul quale si intende effettuare l’investimento.

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Lo strike price

lo strike price, indispensabile per calcolare il prezzo di esercizio, viene stabilito all’emissione del certificato, è fisso ed è minore del valore corrente del sottostante nel caso dei turbo long e maggiore nel caso dei turbo short certificates.

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Lo stop loss

Lo stop loss è determinato dall’emittente al momento dell’emissione del certificato. E’ un livello prestabilito, raggiunto il quale, il certificato cessa di replicare le variazioni del sottostante. Nei turbo e short di BNP Paribas, lo stop loss level e lo strike coincidono perfettamente e al loro raggiungimento da parte del sottostante vengono istantaneamente sospesi dalle negoziazioni . Ai possessori degli strumenti andati in stop loss non viene riconosciuto alcun rimborso.

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Il funding

È il costo di finanziamento dell’operazione fino alla scadenza. Tale costo viene definito come la differenza tra lo stesso prezzo di esercizio tout court e lo stesso strike price, attualizzato al tasso d'interesse (Euribor o Libor per sottostanti in dollari) più vicino alla scadenza maggiorato di uno spread.

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L’effetto leva

L’effetto leva indica quante volte il rendimento potenziale di uno strumento derivato è superiore a quello del sottostante. La determinazione della leva si ottiene dividendo il sottostante del certificato per il prezzo e moltiplicandolo per la parità. Un certificato con leva 25 , consentirà pertanto di avere una variazione positiva o negativa del 25% per ogni 1% di variazione del sottostante.

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La parità o multiplo

Il multiplo, è il numero che identifica la quantità di sottostante controllata con un certificato, o in alternativa quanti certificati occorrono per controllare un’unità di sottostante. All’atto pratico il multiplo è indispensabile per calcolare il prezzo del certificato.

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La valuta

I certificati con sottostanti europei sono espressi in euro. Pertanto nella formazione del prezzo non occorre considerare il tasso di cambio. Viceversa, nei certificati con sottostante non europeo, occorre dividere il risultante prezzo per lo spot della valuta di riferimento. Ad esempio, sui certificati con sottostante Dow Jones, Nasdaq100, S&P500 è necessario dividere il prezzo per lo spot euro/dollaro, per il Nikkei è necessario convertire mediante lo spot dell’euro/yen.

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La negoziazione

E’ possibile negoziare i certificati mediante qualsiasi broker operante in Italia, accedendo al segmento Sedex, dalle ore 09:00 alle ore 17:25, dal lunedì al venerdì. Per i certificati prossimi alla scadenza è bene sapere che la negoziazione è consentita fino a 5 giorni prima dell’effettiva scadenza del prodotto.

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Le commissioni

Le commissioni di negoziazione sono quella applicate dal broker con cui si effettua l’operazione di acquisto o vendita. L’emittente non applica alcun costo al di fuori dello spread.

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La scadenza

Al momento dell’emissione viene stabilita una data di scadenza. Per i certificati di BNP Paribas questa è generalmente trimestrale.

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L’esercizio a scadenza

Nel caso in cui non sia stato raggiunto il livello di stop loss, il certificato viene rimborsato a scadenza in maniera automatica. Il possessore infatti non dovrà comunicare nulla e riceverà l’accredito sul proprio conto corrente per un importo pari alla differenza tra prezzo del sottostante a scadenza e strike moltiplicato per il multiplo per i turbo long, e differenza tra strike price e prezzo a scadenza moltiplicato per il multiplo per gli short. Il prezzo di rimborso viene solitamente rilevato alla chiusura del giorno di valutazione, ma è consigliabile consultare il sito dell’emittente per accertarsene.

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La tassazione

I certificati sono soggetti ad un’imposta sostitutiva del 26% sul capital gain. Gli oneri e le minusvalenze sono compensabili.

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I dividendi

Acquistando un certificato non si ha diritto ad eventuali dividendi distribuiti. In particolare le stime circa l’ammontare dei dividendi che il sottostante distribuirà durante il periodo di vita del certificato, concorrono alla formazione del prezzo del certificato stesso.

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