Redazione / Approfondimento

ONE STAR, COMANDA IL BEST OF

Tra le opzioni accessorie a carattere difensivo, brilla anche il One Star

Articolo del 15/11/2023 13:42:14 a cura della redazione

Il mercato dei certificati Investment ha saputo non solo adattarsi ai diversi contesti di mercato, ma è stato anche in grado di garantire un ventaglio di soluzioni quanto più variegate per soddisfare una platea di investitori molto ampia che sono alla ricerca di idee di investimento, diversificazione o protezione: che il mercato sia diventato particolarmente complicato da leggere è un dato di fatto e proprio per questo soluzioni lineari e non asimmetriche sarebbero quanto mai da evitare. L’asimmetria rimane un baluardo dei certificati a capitale condizionatamente protetto, ovvero il comparto che meglio coniuga l’esigenza di protezione con quella di rendimento, ma al tempo stesso la struttura del payoff basico è forse troppo poco per questa fase di mercato. Se ne è accorta l’industria che da tempo fa ruotare attorno al profilo di rimborso tipico dei Cash Collect o Phoenix una serie di opzioni aggiuntive più o meno difensive, utili e costose in termini di rinuncia ai rendimenti. Partendo dagli Step Down e Low Barrier, passando per gli Airbag e le cedole Fixed ed arrivando ai One Star.

Questi ultimi rappresentano un case study molto interessante, perché se da un lato fanno cadere quel paradigma classico che riguarda basket worst of e correlazione, di fatto ribaltandolo completamente, dall’altro offrono un elemento di resilienza in più sui prezzi del certificato maggiormente cheap rispetto ad altre opzioni accessorie. Partiamo dal funzionamento di un certificato Phoenix One Star e capiremo meglio le affermazioni appena riportate. Ipotizziamo di avere un basket worst of tradizionale con barriera 60% e analizziamo il caso di trovarci a che fare con l’evento maggiormente sfavorevole, ovvero una rilevazione a scadenza sotto la soglia della barriera capitale che si concretizzerà con una rilevazione del worst of a -40% dallo strike iniziale.

Se avessimo a che fare con un classico Phoenix Memory ci sarebbe poco da fare, il rimborso sarebbe parametrato all’effettivo livello raggiunto dal sottostante al pari di un investimento diretto nello stesso. Vale a dire, il rimborso è pari esclusivamente alla componente lineare e quindi mai superiore a 60 euro a certificato, ipotizzando 100 euro nominali. Il Phoenix One Star invece effettua in tale scenario un controllo ulteriore, andando a guardare anche il posizionamento del best of del basket sottostante. Se questo, infatti, dovesse trovarsi sopra al di sopra del proprio trigger One Star (che spesso coincide anche con il livello iniziale di partenza), scatterebbe la protezione del valore nominale. Questo meccanismo cambia drasticamente l’impatto della correlazione tra gli asset del basket sottostante al certificato; sappiamo infatti che proprio la bassa correlazione all’interno di un basket worst of è una delle leve che gli emittenti utilizzando per la strutturazione di un prodotto. Il ragionamento è abbastanza elementare: se abbiamo di fronte 3 titoli azionari a bassa correlazione, ossia che tendono a muoversi in maniera difforme, ci sarà un conseguente aumento della probabilità che almeno uno vada a violare la barriera. Questa più alta probabilità si riflette in un costo della struttura nel suo insieme più basso, che l’emittente può sfruttare per aumentare la dose di protezione o il rendimento del prodotto. Ipotizzando invece un basket fortemente correlato, questa probabilità diminuisce e conseguentemente aumenta anche il costo della struttura.

Nel One Star il discorso è sostanzialmente ribaltato, con il costo dell’opzione che sarà più alto in presenza di basket decorrelati. Avere infatti asset che tendono a muoversi in maniera difforme aiuta potenzialmente a garantire la protezione del capitale nominale a scadenza.

Se è vero che il One Star è un’opzione che vale solo alla naturale scadenza è però anche vero che rappresenta anche un elemento di resilienza dei prezzi durante la vita del certificato, ed è questo secondo noi l’elemento da sottolineare maggiormente. Ipotizziamo di avere un prodotto scritto su un basket composto da tre titoli sottostanti, con il worst of che si trova a -25/30% da strike ed il best of a +5/10%, con barriera capitale al 60% degli strike. In questo caso ci si attende, con le dovute approssimazioni, che un tradizionale Phoenix Memory prezzi in buona parte i movimenti del worst of, adeguando il prezzo del certificato ad un potenziale evento barriera a scadenza. Il Phoenix One Star invece, guardando sia il worst of che il best of, in special modo se quest’ultimo dovesse trovarsi al di sopra del trigger One Star, presenta invece una resilienza decisamente superiore, con i prezzi del certificato che risentiranno positivamente di questo duplice effetto.

Ma quando risulta maggiormente efficace il One Star? A questa semplice domanda abbiamo tra le righe già risposto, ma per essere ulteriormente chiari, la risposta è: in presenza di basket sufficientemente diversificati e possibilmente decorrelati. Può essere quindi utile un One Star su un basket di titoli dello stesso settore? Diciamo molto poco. Il costo dell’opzione sarebbe molto basso e l’impatto in termini di utilità quasi nullo.

Scorrendo tra le ultime emissioni, un certificato che per caratteristiche ci sembra quanto mai opportuno portare da esempio è il Phoenix Memory One Star Step Down (Isin IT0006760075) firmato Marex Financial e agganciato ad un basket composto dai titoli Enel, Stellantis, UniCredit e Volkswagen. Si tratta di un basket che appartiene a tre settori differenti: utilities (Enel), bancario (UniCredit) e automobilistico (Stellantis e Volkswagen) con quest’ultimo titolo appartenente anche ad una differente area geografica. Che l’appeal di avere un’opzione One Star su sia elevata è confermato anche dall’analisi della correlazione, con le altre tre azioni del basket che presentano una correlazione contro in area 0,3 (ricordiamo come la correlazione possa oscillare tra -1 ed 1, dove la correlazione perfetta è pari a 1).

In questo caso abbiamo tutte le condizioni verificate per poter affermare che un One Star all’interno di questo basket ha decisamente senso. Guardando alle caratteristiche, il certificato ha una barriera capitale al 50% e una cedola mensile dello 0,9% con prima data autocall ad agosto 2024 (trigger inizialmente fissato al 100% degli strike e successivamente step down dell’1% ogni rilevazione). Il prodotto ha una scadenza massima triennale ed è acquistabile ancora nell’intorno della pari. L’effetto One Star entrerà potenzialmente in gioco a scadenza, salvando il nominale in ogni caso qualora uno dei titoli sottostanti rilevi con segno positivo dal suo valore iniziale.

Non una recentissima emissione ma sulla carta ancora molto interessante proprio per l’imprevedibilità dei sottostanti e quindi per il potenziale sfruttamento del One Star, che già fa sentire la sua presenza sui prezzi del certificato già dopo soli 2 mesi di vita del prodotto. Si tratta del Phoenix Memory One Star (Isin IT0006759101) sempre firmato Marex ma agganciato ai titoli tech USA Alphabet, Netflix, Amazon e Meta. Attualmente con worst of Alphabet a -3% da strike e best of Meta a +7,4%, il certificato gira sopra il nominale a quota 1016 euro. Guardando alle caratteristiche, notiamo una barriera capitale al 60%, cedola mensile dell’1%, scadenza complessiva di soli due anni con trigger autocall fisso al 100% degli strike a partire dalla rilevazione di giugno 2024. Una buona soluzione per diversificare sui tech USA con la consapevolezza che, guardando il paniere, le possibilità di avere performance divergenti potrebbero essere nettamente alte.

Interessante sia in termini di potenziale appeal per chi volesse guardare con interesse alla Cina, ma certamente più utile in ottica di didattica è il Phoenix Memory One Star Step Down (Isin CH1246020866) targato Leonteq e agganciato a Baidu, Alibaba e PDD Holding (ex Pinduoduo). Ci troviamo con Baidu a -35% da strike e PDD a +14,7%, il tutto con una barriera capitale al 60% tale da proteggere entro il -40%. Senza opzione One Star il certificato girerebbe molto al di sotto del nominale, ma avendo l’opzione con il best of discretamente sopra strike il certificato viene venduto a 950 euro con cedola mensile dello 0,75%.