Redazione / Approfondimento

EFFETTO VOLATILITA' SU DUE PHOENIX MEMORY CALLABLE

Finiti sotto la lente del Certificato della Settimana qualche mese fa, i due prodotti firmati Barclays presentano prezzi ancora più interessanti

Articolo del 20/03/2023 a cura della redazione

Il doppio pressing sui prezzi dei certificati dato da volatilità e ribasso dei sottostanti, sta creando finestre molto interessanti per valutare il profilo di rendimento di alcune strutture. Tra quelle passate sotto la lente di ingrandimento dell’Ufficio Studi di Certificati e Derivati, saltano immediatamente all’occhio i due Phoenix Memory Callable di Barclays su panieri di titoli italiani. Attualmente entrambi i certificati, complice anche una discesa del worst of, ovvero Eni per entrambi i certificati scivolata a -15,9% da strike, comportano un profilo di rischio maggiorato rispetto all’emissione, anche perché tenuto conto della barriera capitale al 55%, entrambi i certificati viaggiano con un buffer residuo al ribasso del 35%. Di conseguenza, tuttavia, il rendimento potenziale si è adeguato al rialzo, incrementando i già elevati rendimenti mensili. Questa finestra rappresenta senza dubbio un momento potenzialmente valido per monetizzare questa ondata di negatività abbattutasi sul mercato italiano e in particolare il picco di volatilità che ha colpito i petroliferi, che hanno risposto con pesanti ribassi alla discesa del greggio ben al di sotto della soglia di 70 usd a barile.

Entriamo ora nel dettaglio di questi due prodotti, nati con lo specifico intento di rimanere strumenti di portafoglio stante la presenza dell’opzione callable al posto della più comune “autocallable”. Non si azionerà automaticamente nessun rimborso anticipato, e per questo il flusso dei premi periodici mensili è nettamente più alto rispetto alle strutture Autocallable. Il tutto sarà infatti demandato a scelte e valutazioni di Barclays. Per gli investitori, oltre a ricevere premi più corposi, 1,61% o l’1,56% mensile, si avrà la possibilità di inserirli in portafogli strategici, utili anche in ottica di consulenza, ovvero strutturare un flusso potenzialmente periodico e slegato dai contesti di mercato lato richiamo anticipato.

PHOENIX MEMORY CALLABLE (ISIN XS2458899841) SU ENI, INTESA SANPAOLO, UNICREDIT E STELLANTIS

Iniziamo dalla prima proposta che ora si acquista a 97,62 euro dopo essere stata addirittura ben al di sopra dei 103,5 euro. La barriera capitale a scadenza è al 55%, che è anche il trigger per il pagamento del premio periodico dell’1,61% mensile (pari quindi al 19,32% annuo). Per quanto riguarda l’analisi di scenario, in caso di mancato richiamo da parte dell’emittente, sulla valutazione a scadenza ad oggi il rendimento potenziale è del 63,87% (il 22,3% annuo). Per quanto riguarda il basket, Stellantis è il best of, seguita da UniCredit. In sofferenza oltre ad Eni (-18%) anche Intesa Sanpaolo (-4%).

Fonte CedLAB

PHOENIX MEMORY CALLABLE (ISIN XS2458899502) SU ENI, ENEL, UNICREDIT E STELLANTIS

Una banca in meno in portafoglio che ne è valsa una tenuta dei prezzi leggermente migliore della prima proposta. Anche questa si acquistava sopra area 103 euro non più di due settimane fa mentre ora scambia a quota 98,36 euro. Il worst of rimane Eni seguito da Enel, anch’essa sotto strike in ritardo del 6,4%. La barriera capitale rimane al 55% mentre i premi periodici mensili si attestano all’1,56%, ovvero il 18,72% annuo. La soglia di protezione è sempre del -35% da oggi sul worst of mentre il rendimento potenziale scende leggermente al 58,06% complessivo sulla valutazione a scadenza (28 gennaio 2026). In ogni caso rappresenta a questi prezzi una interessante alternativa per un prodotto in grado di pagare premi periodici molto sostenuti su un basket in ogni caso diversificato e concentrato sull’area geografica italiana.

Fonte CedLAB