Redazione / Approfondimento

DA FISSO AL VARIABILE, IL NUOVO BOND TARGATO SOCGEN

Una nuova obbligazione di Société Générale che offre il 10% per i primi due anni e poi diventa a tasso variabile

Articolo del 27/02/2023 a cura della redazione

La dinamica sul fronte dei tassi di mercato ha riacceso i riflettori sul segmento delle obbligazioni sia sovereign che corporate. Il livello dei rendimenti, complice lo ricordiamo la ripartenza di una nuova stagione di politica monetaria restrittiva tipica di un contesto di inflazione su livelli storicamente molto alti, sono tornati su yield molto interessanti anche se il peak del movimento dei policy maker potrebbe ancora non essere stato raggiunto. Per tali motivi l’esposizione al rischio tassi è una variabile da tenere bene in considerazione e su questo la scelta tra tasso fisso e tasso variabile rappresenta uno storico dualismo ad oggi di estrema attualità.

Per rispondere a tale incertezza e, aggiungiamo, per sfruttare anche una situazione di estremo stress sulle curve a termine, vale la pena analizzare nel dettaglio una nuova proposta a Tasso Misto firmata Société Générale (Isin XS2558195694). Si tratta di una Fix to floating notes con scadenza decennale che per le proprie caratteristiche di indicizzazione, minimizza le ripercussioni sul prezzo in un contesto generalizzato di aumento dei tassi di mercato, spostandosi poi sulla parte a tasso variabile solo nel momento in cui le situazioni eccezionali sul fronte dell’inclinazione della curva si stimano siano rientrate.

Entrando nel dettaglio dell’obbligazione, il bond erogherà una cedola annua del 10% per i primi due anni di vita e successivamente, pertanto a partire dal terzo anno, lo strumento si trasformerà automaticamente in un tasso variabile il cui rendimento sarà pari a tre volte il differenziale tra l’EUR CMS a 30 anni e il 5 anni. Praticamente il bond pagherà tre volte la differenza tra un tasso a lungo termine e un tasso a breve.

Come è possibile vedere dal grafico presente in pagina, in una condizione di normalità l’inclinazione della curva prevede come i tassi a lungo termine siano più alti di quelli a breve e così è stato fino agli inizi del 2022. Da un anno a questa parte, la curva è inclinata negativamente anche perché l’aumento dei tassi della nuova stagione di politica monetaria ha un impatto prevalente sui tassi a breve. Pertanto ci troviamo con le principali curve dei rendimenti, con tassi a breve più alti di quelli a lungo termine. Guardando alla struttura di indicizzazione dell’obbligazione sotto analisi, prendendo a riferimento i CMS a 30 anni oggi lo yield è del 2,543% mentre il CMS a 5Y è fissato al 3,183%. Il differenziale è pertanto ora negativo (-0,64%).

La logica sottostante a questo tipo di investimento, che per i più avvezzi può essere denominato Fixed to Float Steepener, è quello di rimanere agganciati su un tasso fisso molto più alto dei tassi odierni di mercato, spostandosi poi su un tasso variabile per altro con leva X3 solo quando la curva si stima si sia normalizzata. E tre anni potrebbe essere il tempo giusto.

Fonte Bloomberg

Tenuto conto della scadenza e del prezzo attuale di quotazione di 97 euro, nel worst scenario, che considera solo l’incasso delle prime due cedole annue del 10%, il rendimento a scadenza si attesterebbe al 2,59% annuo lordo.