Redazione / Approfondimento

I pagamenti digitali hanno un nome: Nexi

Il 33% dei pagamenti in Italia è effettuato digitalmente. Un trend che rimarrà crescente ancora a lungo.

Articolo del 22/03/2021 a cura della redazione

E’ uno dei settori che al momento sta performando meglio a livelli di numeri quello dei pagamenti digitali, che rappresentano circa un terzo di tutte le transazioni e che continuano a crescere a ritmo serrato. Il Covid ha sicuramente portato un immenso beneficio a società come Nexi che, a fronte di una chiusura totale, è riuscita ad affermarsi come uno dei maggiori player sul mercato nazionale.

I mesi che ci aspettano sui mercati ci pongono degli interrogativi sul futuro livello delle quotazioni, specialmente dell’equity, che al momento sembrano essere altamente correlate con le iniezioni di liquidità nel sistema finanziario. Un rialzo dei tassi nei prossimi mesi sembra comunque improbabile ma il trend rialzista comincia a dare cenni di affaticamento su questi livelli di massimo.

Sebbene l’incertezza sia comune a molti investitori in questo momento, scegliere investimenti su segmenti disruptive, quindi su industry con alto potenziale di crescita, risulta, soprattutto nel lungo periodo, una scelta saggia che con alta probabilità porterà a soddisfazioni nei prossimi anni.

Oggi, inoltre, l’investitore possiede un’arma in più contro la volatilità e con cui estrarre rendimento: stiamo parlando dei certificati d’investimento che, tramite l’uso di opzioni, danno la possibilità di sfruttare diverse dinamiche, diversamente da investimenti su altre asset class.

Prendendo in esame il certificato della casa svizzera Leonteq, denominato Phoenix Memory ed identificabile tramite codice isin CH0594788959, notiamo come è possibile ottenere un’esposizione sul titolo Nexi ma con un livello difensivo del capitale ben diverso rispetto ad un investimento lineare. Questa struttura prevede il pagamento di coupon trimestrali con effetto memoria dell’1,25% del valore nominale nel caso in cui il titolo sottostante sia al di sopra del 60% del proprio prezzo strike, arrivando a generare un 5% di rendimento su base annua.

Inoltre, a partire dal 13/9/2021 vi è la possibilità che l’emittente rimborsi anticipatamente il prodotto del suo nominale a condizione che l’azione sia sopra il livello di trigger per l’autocall, posto per le prime due date sui prezzi strike ed in seguito decrescente del 5% ogni anno, rendendo così particolarmente vantaggioso un potenziale acquisto al di sotto del prezzo nominale.

Fonte CedlabPRO

A differenza di comprare direttamente il titolo, che ci esporrebbe inevitabilmente alla volatilità del sottostante e quindi al rischio di vedere la propria posizione segnare performance negative, il certificato prevede una protezione di fronte a discese fino al 40% dai prezzi fissati inizialmente. Si aprono quindi due possibilità per il rimborso a scadenza:

  • qualora avvenga un rilevamento al di sotto della barriera del capitale, posta al 60% dei prezzi strike, si otterrà un valore di rimborso pari al nominale rettificato per la performance da strike;
  • qualora invece il titolo riuscisse a chiudere al di sopra di questo livello, strategicamente posto sul minimo di marzo 2020, si riceverà l’intero valore nominale di 100 euro, generando una plusvalenza su un potenziale prezzo di acquisto sotto la pari.

Ad oggi è possibile acquistare tale prodotto al prezzo lettera di 991 euro e, considerando il flusso previsto, a parità di condizione si riceverebbe un ammontare pari a 115 euro, circa un 5,3% annuo, per i tre anni di vita del prodotto.