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Intesa corre, UniCredit struttura. Come cavalcare il rialzo con protezione

Una soluzione per proteggere i guadagni, mantenere l’esposizione e sfruttare eventuali ulteriori apprezzamenti.

Articolo del 31/07/2025 11:09:40 a cura della redazione

Intesa Sanpaolo ha nuovamente alzato l’asticella della redditività bancaria in Europa, con i recenti risultati trimestrali che consolidano il suo status di riferimento per solidità patrimoniale, efficienza operativa e distribuzione di valore agli azionisti. L’utile netto ha raggiunto quota 5,2 miliardi di euro, segnando il miglior semestre della sua storia, mentre il ROE annualizzato al 20% posiziona la banca tra le più redditizie del continente. Il CET1 ratio è salito al 13,5%, confermando la capacità di generare capitale in maniera organica nonostante l’importante cash payout ratio al 70% e un buyback da 2 miliardi lanciato a giugno. I ricavi sono cresciuti in modo trasversale: spiccano le commissioni nette a 4,9 miliardi, in forte aumento grazie alla dinamica positiva del Wealth Management e una forte accelerazione dell’attività assicurativa che ha raggiunto livelli record, sostenuta da una rete capillare e sinergie di prodotto. In questo contesto, il titolo Intesa Sanpaolo ha beneficiato di un evidente rerating da parte del mercato con una performance sostenuta nel corso del 2024 e nella prima metà del 2025, spinta anche da attese di crescita dell’EPS e dividend yield superiori al 7%. Per gli investitori che hanno cavalcato questa fase di forza, emerge ora una nuova esigenza: consolidare i profitti, mantenendo esposizione positiva in caso di ulteriori rialzi ma riducendo il rischio in caso di inversione del trend.

È qui che si inserisce l’ultima emissione di UniCredit, un certificato Protection 100% ISIN IT0005653479, pensato per coniugare protezione integrale del capitale a scadenza con una partecipazione significativa alla performance futura del titolo Intesa Sanpaolo. Il prodotto, emesso il 29 luglio 2025 e negoziato sul Cert-X, ha come sottostante proprio Intesa Sanpaolo e presenta una scadenza fissata al 9 dicembre 2032, per una durata di sette anni. La caratteristica distintiva è la protezione incondizionata del 100% del capitale nominale: alla scadenza, indipendentemente dall’andamento del titolo, l’investitore riceverà almeno i 100 euro nominali per certificato, senza erosione del capitale iniziale. Al rialzo, invece, questo strumento consentirà di partecipare alle performance del titolo Intesa Sanpaolo in misura più che proporzionale grazie a un fattore di partecipazione del 145%. In termini pratici, ciò significa che a scadenza, in caso di performance positiva del 10% del titolo rispetto al valore iniziale fissato alla data del 29 luglio 2025, l’investitore beneficerà di un rendimento di 14,5%, ovvero 1,45 volte di quanto realizzato. Questa struttura consente quindi all’investitore di assumere un’esposizione asimmetrica al rischio: nessuna perdita sul capitale investito anche in caso di ribassi di Intesa Sanpaolo ma la possibilità di amplificare i guadagni in caso di prosecuzione del trend rialzista a fronte della rinuncia dei dividendi che il titolo distribuirà nel periodo. Un’opzione particolarmente adatta per chi è già stato investito nel titolo, ha realizzato guadagni significativi ma oggi intende mettere in sicurezza il capitale pur senza rinunciare al potenziale di crescita del titolo nel lungo termine. Il certificato offre un orizzonte temporale sufficientemente ampio per beneficiare di un eventuale ciclo espansivo del comparto bancario, senza subire gli effetti di drawdown potenzialmente bruschi sui corsi azionari. In altri termini, si sostituisce l’equity risk con un’esposizione convessa sul titolo che conservi upside potenziale, eliminando il downside a scadenza e risultando fiscalmente efficiente in ottica di compensazione delle minusvalenze. Con il titolo Intesa già a multipli compressi e supportato da fondamentali solidi, un certificato come IT0005653479 rappresenta un’alternativa strutturata al classico “hold”, ma con un profilo di rischio/rendimento decisamente più equilibrato. In un contesto in cui il mercato comincia a prezzare la fine del ciclo restrittivo e guarda a un 2026 potenzialmente più volatile, strumenti come questi possono rappresentare un’allocazione intelligente per chi vuole restare esposto ma non scoperto.