CERTIFICATI LEVERAGE E’ uno strumento derivato nato per soddisfare le esigenze di ogni investitore. Nel giugno del 2002, in un mercato dei derivati contraddistinto essenzialmente dall’offerta di covered warrant, Abn Amro emette i Turbo e Short, titoli derivati che consentono di replicare in maniera lineare le performance del sottostante, senza dover calcolare la variazione della volatilità e del time decay. Questo è il segreto del successo di questi prodotti, che ad un anno dal lancio, attirano l’attenzione degli investitori professionali e non, facendo raggiungere alla banca olandese il 10% degli scambi giornalieri effettuati sul MCW. Visto il successo ottenuto, anche altri emittenti entrano nel segmento dei leverage certificates, a partire dall’italiana Unicredito, passando per la francese Societè Generale, i tedeschi di Sal Oppenheim, e in evoluzione di prodotto, anche Citibank e Deutsche Bank. In questa sezione ci occuperemo di tutti i certificati negoziabili sul SEDEX (ex MCW), con un occhio particolare al segmento dei leverage certificate (certificati con leva). Elementi caratteristici di un certificato con leva
Elemento fondamentale di uno strumento derivato, è l’azione, l’indice, la merce, la valuta o il paniere sul quale si intende effettuare l’investimento. I primi certificati avevano come unico sottostante l’indice azionario italiano MIB30, successivamente sono stati introdotti alcuni titoli a larga capitalizzazione, indici europei ed americani, il tasso di cambio euro/dollaro, e ora è anche possibile investire sulle maggiori materie prime e commodities. torna suE’ il prezzo base di un certificato. Esso viene stabilito al momento dell’emissione ed è la componente fondamentale per la determinazione del prezzo durante la vita del certificato, e per determinare il valore di rimborso al momento dello stop loss e alla scadenza naturale. Nei certificati lo strike price sarà sempre inferiore al valore corrente del sottostante in caso di LONG o TURBO e sempre superiore al valore corrente del sottostante in caso di SHORT. Tecnicamente rappresenta la parte di capitale risparmiato rispetto ad un investimento diretto nel sottostante. torna suA differenza di ciò che accade sui turbo e short, dove lo strike è fisso, nei nuovi minifutures lo strike non è costante nel tempo, ma viene ricalcolato giornalmente tenendo conto del tassi di interesse e dei dividendi. Per i minilong ogni giorno la quota di funding viene sommata al current strike del giorno precedente, aumentandolo quanto più a lungo si mantenga il certificato. Per i minishort il current strike si adeguerà giornalmente, ma a differenza del Mini Long, dove la variazione è data dal costo del finanziamento, in questo caso c’è una sorta di remunerazione per la durata della posizione di vendita. Tale ricavo viene calcolato e sommato al current strike su base giornaliera, facendo sì che al portatore venga accreditata una quota di interessi soltanto per il periodo di effettivo possesso del certificato. torna suAcquistando un certificato si ha la garanzia di non perdere più del capitale investito, a differenza di ciò che avviene nell’investimento in future. Ciò è dovuto ad un meccanismo di stop loss automatico, stabilito dall’emittente al momento dell’emissione del certificato. Praticamente,non appena il sottostante raggiunge o supera il livello di stop loss, il certificato smette di reagire alle variazioni del sottostante e avviene l’immediata sospensione da parte di Borsa Italia. Nella pratica la sospensione avviene in tempi differiti, e quindi capita molto spesso che vengano conclusi dei contratti successivi all’evento di stop loss: questi contratti verranno successivamente annullati secondo disposizione di Borsa Italiana. I livelli di stop loss sono fissi in caso di TURBO e SHORT, mentre sono variabili e ricalcolati ogni 15 del mese nel caso dei Minifutures. Il rimborso ai portatori di certificati andati in stop loss avviene calcolando il prezzo massimo raggiunto dal sottostante nella giornata di stop loss meno lo strike price (o current strike) e moltiplicato per il multiplo, per gli SHORT , e il prezzo minimo del sottostante meno lo strike price (o current strike) e moltiplicato per il multiplo per i LONG. Come si vedrà più avanti, per i TURBO, verrà riconosciuto anche il funding. Il rimborso avverrà mediante accredito a 6 giorni lavorativi. torna suÈ il costo di finanziamento dell’operazione fino alla scadenza. Tale costo viene definito come la differenza tra lo stesso prezzo di esercizio tout court e lo stesso strike price, attualizzato al tasso d'interesse (Euribor o Libor per sottostanti in dollari) più vicino alla scadenza maggiorato di uno spread. L’effetto leva indica quante volte il rendimento potenziale di uno strumento derivato è superiore a quello del sottostante. La determinazione della leva si ottiene dividendo il sottostante del certificato per il prezzo e moltiplicandolo per la parità. Un certificato con leva 25 , consentirà pertanto di avere una variazione positiva o negativa del 25% per ogni 1% di variazione del sottostante. torna suIl multiplo indica la quantità di sottostante controllata da un certificato. torna suI certificati con sottostanti europei sono espressi in euro. Pertanto nella formazione del prezzo non occorre considerare il tasso di cambio. Viceversa, nei certificati con sottostante non europeo, occorre dividere il risultante prezzo per lo spot della valuta di riferimento. Ad esempio, sui certificati con sottostante dow jones, nasdaq100, s&p500 è necessario dividere il prezzo per lo spot euro/dollaro, per il Nikkei è necessario convertire mediante lo spot dell euro/yen. torna suE’ possibile negoziare i certificati mediante qualsiasi broker operante in Italia, accedendo al segmento SEDEX, dalle ore 09:05 alle ore 17.25, e dalle 18:00 alle 20:30 per gli emittenti presenti anche in after hour, dal lunedì al venerdì. Per i certificati prossimi alla scadenza è bene sapere che la negoziazione è consentita fino a 5 giorni prima dell’effettiva scadenza del prodotto.E’ bene anche in questo caso consultare il sito dell’emittente o consultare la sezione apposita in questo sito. torna suLe commissioni di negoziazione sono stabilite dal broker scelto da ciascun investitore. L’emittente non applica alcun costo al di fuori dello spread. Al momento dell’emissione viene stabilita una data di scadenza. La maggior parte dei certificati negoziabili al momento, hanno una scadenza lunga nel tempo (da sei mesi a due anni) : questo consente di intraprendere posizioni di lungo periodo senza dover incorrere in roll over per effetto della scadenza trimestrale dei futures di riferimento del sottostante. torna suNel caso in cui non sia stato raggiunto il livello di stop loss, il certificato viene rimborsato a scadenza in maniera automatica. Il possessore infatti non dovrà comunicare nulla e riceverà l’accredito sul proprio conto trading un importo pari alla differenza tra prezzo del sottostante a scadenza e strike moltiplicato per il multiplo per i LONG, e differenza tra strike price e prezzo a scadenza moltiplicato per il multiplo per gli SHORT. Il prezzo di rimborso viene solitamente rilevato alla chiusura del giorno di scadenza, ma è consigliabile consultare il sito dell’emittente o la sezione apposita in questo sito per accertarsene. torna suI certificati sono soggetti ad un’imposta sostitutiva del 12,50% Gli oneri e le minusvalenze sono deducibili. torna suAcquistando un certificato non si ha diritto ad eventuali dividendi distribuiti. Infatti alla data dello stacco i current strike vengono adeguati secondo l’entità del dividendo: in teoria quindi non cambia nulla per chi è portatore di un certificato.Ma nella pratica , se gli short vengono adeguati per l’intero importo del dividendo, i turbo certificates subiscono un adeguamento pari al 75% circa del valore atteso, per effetto del diverso trattamento fiscale dei dividendi. La comunicazione di variazione del current strike, e se si verifica una particolare condizione che vedremo in seguito, anche del relativo stop loss, viene effettuata mediante avviso di Borsa la seduta precedente alla data dello stacco dividendi. La problematica dividendi non riguarda i certificati sul dax essendo quello tedesco un indice di performance.
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