Redazione / Approfondimento

Da Leonteq un'alternativa all'investimento in bond

I Fixed Coupon Convertible offrono (per un anno) un flusso cedolare ben superiore rispetto all’obbligazione di riferimento.

Articolo del 16/06/2025 10:37:41 a cura della redazione

Il 2025 non è certamente stato l’anno del reddito fisso, almeno finora. L’ascesa al potere di Donald Trump ha infatti provocato un riassetto degli equilibri globali e un repricing sostanziale degli asset finanziari: la guerra commerciale che il presidente americano ha scatenato con il resto del mondo ha infiammato le aspettative di inflazione di lungo periodo, alimentando al contempo dubbi sulla crescita economica globale. Gli stock di debito accumulati in tutto il mondo cominciano quindi a spaventare i mercati, con il downgrading da parte di Moody’s del debito USA (ultima delle big 3 che manteneva la tripla A sul paese) a certificare che esiste un rischio di credito, seppur minimo, sui Treasuries. In Europa tale dinamica è stata poi esacerbata dalle necessità di spesa militare, a causa della minaccia russa alle porte: una maggiore spesa pubblica significa ovviamente maggiore debito, ma anche stimoli fiscali e dunque maggiore inflazione attesa, tutti elementi che incidono negativamente sul reddito fisso. L’incremento dei rendimenti si è fatto sentire soprattutto sui bond a lunga scadenza: più elevata è la duration, maggiore sarà la sensibilità dei prezzi al variare dei tassi.

Proprio questi ultimi titoli (i cosiddetti bond “Matusalemme”) sono da tempo finiti sotto la lente degli investitori per via della loro elevata reattività alla variazione dei tassi, diventando anche dei perfetti strumenti da trading. Anche l’industria dei prodotti strutturati si è mobilitata di conseguenza per offrire soluzioni di investimento alternative all’esposizione su questi sottostanti, con in particolare Leonteq che ha messo a disposizione numerosi prodotti a cedola scritti su una molteplicità di singole obbligazioni (BTP, Bund, OAT, Treasuries e altre ancora). Andiamo quindi ad analizzare il funzionamento di queste strutture prendendo come esempio un certificato di nuova emissione: il Fixed Coupon Convertible con codice ISIN CH1453354354, scritto sulle obbligazioni 0.5% France Govt (ISIN FR0014001NN8). Come suggerisce il nome commerciale, il certificato distribuisce un flusso di premi incondizionato a cadenza mensile dello 0,667% (8% annuo) ben superiore rispetto a quello pagato dall’obbligazione sottostante, che fu emessa a febbraio 2021 sfruttando la finestra di tassi zero su tutte le scadenze, anche lunghissime. Precisiamo che i premi pagati dal certificato rappresentano in ogni caso redditi diversi, pertanto utili alla compensazione delle minusvalenze eventualmente presenti nello zainetto fiscale. Alla data di osservazione finale del 2 giugno 2026 (non sono previste finestre di rimborso anticipato), il prodotto rimborserà il proprio valore nominale, oltre ad un ultimo premio incondizionato pari allo 0,667%, qualora l’obbligazione sottostante (si prende in considerazione il corso secco del titolo, senza sommarvi il rateo di cedola maturato) rilevi almeno in corrispondenza dello strike, posto a 30,0307 euro. In caso contrario, gli investitori si vedranno consegnare un numero pari a 3.327 titoli sottostanti (valore nominale dell’obbligazione pari 1 euro) per ogni certificato portato a scadenza, subendo pertanto una perdita corrispondente alla variazione negativa da strike delle obbligazioni. Riassumendo, lo scenario a scadenza ideale per l’investitore sarebbe quello di assoluta lateralità, nel quale incasserebbe l’8% di rendimento a parità di valore di mercato delle obbligazioni, rinunciando soltanto alla cedola lorda dello 0,5% pagata dal bond; negli scenari ribassisti il flusso di premi incondizionati costituirebbe un cuscinetto alla discesa delle quotazioni del bond, con il punto di breakeven individuabile proprio sul -8% delle obbligazioni dal valore strike (27,62 euro). È invece chiaro che lo scenario meno favorevole sarebbe rappresentato da un rialzo significativo (dall’8% in su) dei bond, al quale l’investitore rinuncerebbe, vedendosi rimborsare sempre 1.000 euro oltre ai premi incondizionati.