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Il settore tecnologico si conferma molto forte e immune al newsflow negativo proveniente da Fed e Inflazione. Nvidia e Apple guidano i rialzi, ma quanto durerà?

Articolo del 20/06/2024 12:56:13 a cura della redazione

Il robusto trend del settore tecnologico non si arresta nemmeno di fronte alle prime avvisaglie di prese di beneficio sull’equity, che per il momento riscontriamo solo nel Vecchio Continente. Nemmeno gli ultimi dati macroeconomici e soprattutto le dichiarazioni della FED in ambito tassi hanno scalfito il momentum positivo, con in particolare alcuni titoli che a ritmi alterni sostengono il sentiment generalizzato sul mondo Tech – Intelligenza Artificiale. Se storicamente questi titoli, anche se non possiamo più definirli growth per la solidità dei loro business, risentono di un contesto di rialzo dei tassi di mercato, ad oggi nemmeno un repricing dei tagli attesi nel 2024 ha impattato negativamente. Registriamo infatti non solo la forza del titolo Nvidia (e in generale di tutto il comparto dei semiconduttori), capace di mettere a segno un +169% da inizio anno, ma anche i nuovi massimi storici di Apple, che grazie al recente lancio di Apple Intelligence ha portato la propria capitalizzazione di mercato ampiamente sopra i 3 trilioni di dollari, tornando ad essere la società che vale di più al mondo mettendosi alle spalle Microsoft. A spingere gli acquisti sul titolo la notizia della partnership con OpenAi, la startup a cui fa capo ChatGPT, in cui Microsoft ha già investito miliardi di dollari.

Anche se i frutti della 'Apple Intelligence' richiederanno del tempo prima di diventare evidenti, Apple ha mostrato nel corso della sua storia di poter arrivare a dominare mercati dove è arrivata più lentamente rispetto alle rivali. Gli analisti sono convinti che l'IA riuscirà a dare una spinta ai prodotti Apple e soprattutto all'iPhone che, negli ultimi trimestri, ha sperimentato un rallentamento della crescita. A criticare la svolta dell'intelligenza artificiale in casa Apple è stato Elon Musk, che ha minacciato di vietare i dispositivi Apple nelle sue aziende se OpenAI sarà integrata a livello di sistema operativo.

In generale, a ritmi alterni, il settore della tecnologia sa sempre trovare nuovi spunti per creare divergenze con altri asset o temi di mercato e riesce a rimanere immune anche di fronte a continui newsflow negativi che forse un tempo avrebbero fatto registrare attimi di nervosismo differenti. Ultimo tra tutti l’impatto sui titoli della componentistica che di fatto non c’è stato a seguito della notizia da parte di Bruxelles di imporre dazi alla Cina sulle auto elettriche.

Guardiamo un po’ ai numeri da inizio anno per vedere la portata di questo trend. Nvidia è nettamente il top performer con l’ultimo sprint dettato anche dallo stock split (1:10) con un +169%, seguita da Meta Platforms a +45,57%. Molto bene anche il Bloomberg Magificent 7 che raggruppa i primi sette titoli per capitalizzazione ovvero Nvidia, Apple, Meta, Microsoft, Alphabet, Tesla e Amazon che nello stesso periodo sale del 35%. Rimanendo in ambito indici interessante andare a valutare anche la performance del Nasdaq Global AI and Big Data con il suo +15,7%, in linea di fatto con le single name che lo compongono ovvero AMD (+15,38%), Microsoft (+19%), Apple (+15,4%) e tutto sommato anche in linea con l’andamento del Nasdaq 100 (+18,33%).

Per comprendere le divergenze e per capire anche dai numeri quanto sia impattante questo megatrend, non possiamo che mettere a confronto queste performance con l’indice value per antonomasia, ovvero il Dow Jones che nello stesso periodo mette a segno una performance di due punti percentuali e mezzo.

Fonte Bloomberg

Le magnifiche 7

Riteniamo sia opportuno partire da qui, perché a nostro avviso le magnifiche 7 rappresentano tuttora i titoli su cui puntare nell’universo del mercato azionario americano. Le performance stellari messe a segno da queste azioni nel 2023 hanno contribuito per un 88% ai guadagni del mercato americano e, nonostante un lieve rallentamento nel 2024, il peso delle Magnifiche Sette sulla performance YTD dell’indice S&P 500 è pari al 45% (escludendo Tesla che è l’unico titolo leggermente in sofferenza). L’importanza che queste società ricoprono nel settore tecnologico e, più in generale, nell’economia americana e globale è evidente: basti pensare che la capitalizzazione di mercato complessiva ammonta a circa 12,5 trilioni di dollari ed ha superato il PIL cumulato di alcune delle principali metropoli al mondo come New York, Tokyo, Los Angeles, Londra, Parigi, Seoul, Chicago, San Francisco e Shanghai.

Con un solo sottostante si ha la possibilità di posizionarsi sui 7 titoli più capitalizzati evitando di sbagliare cavallo, puntando così su una strategia ben definita sulla tecnologia a stelle e strisce.

Sia Vontobel, con un Tracker Certificate legato al Solactive US Magnificent 7 Index (Isin DE000VD1DM70). che Societe Generale con il Benchmark Certificate agganciato al Solactive Magnificent 7 Equal Weight (Isin DE000SY0Q718) sono i due emittenti che mettono a disposizione certificati per replicare questa asset class, particolarmente utile come asset allocation tattica.

Focus Investment

Passiamo ora in rassegna una gamma di certificati a capitale condizionatamente protetto selezionati dal nostro Ufficio Studi. Per cavalcare il trend non possiamo che iniziare con la gamma di prodotti che possono sfruttare al meglio un contesto rialzista e per questo iniziamo con l’All Coupon Cash Collect Memory (Isin XS2440498694) targato BNP Paribas e agganciato a Micron Technology, Nvidia e AMD. Mentre i primi due viaggiano su rialzi rispettivamente pari al +52% e al +42,6%, worst of di questo certificato è AMD a -18% da strike. Il prodotto prevede una barriera capitale al 50% e cedole mensili dello 0,85%, leggermente inferiori rispetto ad un classico Cash Collect perché il boost sul rendimento avverrà in presenza di un autocallable con prima finestra di rilevazione a marzo 2025 e successivamente con cadenza annuale. Si tratta di prodotti che in caso di richiamo anticipato mandano contestualmente in pagamento tutto l’ammontare di cedole che il prodotto sarebbe stato in grado di staccare fino alla naturale scadenza. Si predilige ovviamente un autocall di breve termine proprio per sfruttare questo tipo di dinamica. Non deve spaventare la quotazione sopra la pari a 103 euro proprio perché si tratta di un certificato con un delta diverso ai classici Cash Collect.

Rimanendo su questa view positiva associamo la proposta di Leonteq sempre appartenente ai certificati a partecipazione con il Phoenix Memory Double Coupon (Isin CH1349977608) legato a Nvidia, Intel e AMD con queste ultime due in sofferenza da strike. Barriera 60% e cedola mensile dell’1% mensile con struttura Phoenix a premi periodici mixata con una struttura Express a Coupon crescenti a partire dal 4% dalla prima data di agosto prossimo. Un mix che cambia la sensibilità dei prezzi con il delta del certificato che a differenza dell’All Coupon sarà crescente nel tempo.

Cambiando decisamente view rispetto al certificato precedente, in previsione di un ribasso dei mercati ovvero di un impatto dato dal rialzo di volatilità, andiamo a selezionare un’alternativa più resiliente che permette di rimanere sul tema tecnologia offrendo l’opportunità di consolidare i rendimenti positivi fin qui ottenuti. Si tratta del Fixed Cash Collect Airbag (Isin IT0006761867) targato Marex, che già dal nome commerciale sappiamo già essere una delle strutture maggiormente difensive sul mercato italiano dei certificati. Il basket sottostante è composto da Netflix, Meta, Alphabet e Amazon, tutti ampiamente positivi da strike con Amazon worst of a +19,76%. Prezzo del certificato che fisiologicamente scambia sopra la pari a 1026 euro. Barriera 55%, effetto Airbag a scadenza e cedola incondizionata dello 0,63% mensile. Prima data autocallable prevista a fine aprile 2025 che comunque genererebbe in caso di rimborso una performance positiva di oltre il 4% complessivo scontando il prezzo di acquisto sopra la pari. L’interesse verso questo prodotto risiede però nello scenario anche di non autocall, con tutta l’analisi di scenario positiva anche a -70% dove il certificato sarebbe a +5,38% alla scadenza di gennaio 2030. Punto di pareggio molto vicino ad un -90% del worst of che posiziona questa emissione come tra le più protettive in assoluto nel panorama dei certificati a capitale protetto condizionato.

Fonte CedLab

Cambiamo nuovamente payoff, andando a commentare un certificato sul comparto europeo per chiudere il cerchio a 360 gradi sul settore tecnologico e lo facciamo con un Phoenix Memory Step Down (Isin IT0005586802) firmato Intesa Sanpaolo e agganciato alle sorti di STM, Sap e ASML Holdings. Il certificato scambia sotto la pari a quota 98,16 euro e si distingue per una barriera capitale posta al 60% e da premi mensili condizionati dello 0,86%. Le cedole sono ora condizionate e la prima data di autocall a trigger 100% è fissata per il 12 marzo 2025, con meccanismo step down del -5% ogni 6 rilevazioni. Una idea di diversificazione in più sullo stesso filone di investimento.