Redazione / Approfondimento

LA CARICA DEI CALLABLE

BNP Paribas lancia la sua prima gamma di Cash Collect Callable nella versione fixed

Articolo del 12/06/2023 a cura della redazione

Nonostante un contesto decisamente scoraggiante sul fronte delle variabili di mercato, se non fosse il supporto che giunge dai tassi di interesse, il segmento dei certificati di investimento è particolarmente attivo e sempre pronto a cogliere le nuove tendenze. In particolare, nell’ultimo periodo, stanno raccogliendo i favori degli investitori i “callable”, ossia un’evoluzione dei certificati a capitale protetto condizionato con premi periodici, e non solo, che rappresenta una nuova opportunità per alzare lo yield potenziale senza diminuire la dose di protezione.

Con i certificati callable, a differenza dei classici autocallable, è previsto il possibile richiamo anticipato ma non automatico come nei classici autocallable. Andiamo infatti per gradi per capire differenze e cosa implica anche nella struttura la presenza dell’opzione callable.

Nelle classiche strutture autocallable, infatti, al rispetto di determinate condizioni, si attiva automaticamente il rimborso anticipato; in questo senso sul mercato negli anni sono arrivate molte varianti che consentono di avere una probabilità crescente di richiamo anticipato più tempo trascorre dall’emissione, dai trigger fissi ma posizionati al di sotto dello strike(ad esempio al 90% o al 95% dello stesso), agli Step Down, dove il richiamo anticipato viene facilitato grazie ad un trigger decrescente nel tempo o anche i più esotici Magnet e Darwin.

In ottica di strutturazione, e quindi nell’ambito anche della formazione delle caratteristiche di rischio-rendimento, la presenza di autocall facilitati consente di aumentare il rendimento potenziale della cedola ipotizzando che le probabilità della struttura di andare a pagare tutti i premi periodici previsti fino alla scadenza sia inferiore.

Passiamo ora ai “callable”: in questo caso non servirà alcun rispetto di predeterminati livelli, ovvero del buono o cattivo andamento dei sottostanti, ma tutto è demandato in maniera discrezionale all’emittente che tenderà inevitabilmente a richiamare il prodotto qualora le condizioni di mercato giochino a suo favore. È una valutazione esclusivamente in termini di pricing e, paradossalmente, non è detto che a fronte di un buon andamento, ma anche sostenuto, dei sottostanti da strike, l’emittente eserciti l’opzione.

Questa facoltà lasciata nelle mani dell’emittente, che può essere vista come un vantaggio a suo favore, viene ripagata agli investitori con un livello di rendimento più alto di un classico certificato autocallable con le medesime caratteristiche. È la leva motivazionale che deve far guardare con interesse gli investitori a questa categoria di prodotto in un contesto di mercato, ricordiamolo sempre, che non offre particolari spunti dal punto di vista della volatilità e che si trova ad oggi a sfruttare solo la dinamica dei tassi, i quali peraltro hanno ormai raggiunto, con ogni probabilità, il proprio picco prima di un’eventuale discesa.

Con queste premesse andiamo ad osservare da vicino la nuova gamma messa a disposizione da BNP Paribas che introduce nella sua offerta di Cash Collect l’ultima opzione accessoria mancante. Si tratta di 16 Fixed Cash Collect Callable su basket di titoli azionari con premi fissi incondizionati mensili compresi tra lo 0,7% e l’1,45%, con barriere a scadenza comprese tra il 40% e il 50%. Una gamma che come sempre guarda ai connotati difensivi senza però disdegnare il rendimento che grazie alla presenza dell’opzione callable raggiunge livelli sicuramente ancor più interessanti. Come ci ha abituati l’emittente transalpina, vasta è la scelta in termini di sottostanti che parte con ben 7 basket di titoli italiani, a cui seguono basket settoriali utili in ottica di diversificazione. Troviamo soluzioni legate al settore assicurativo, energetico, delle aviolinee, del turismo, ma anche del tech usa, dell’AI, delle energie alternative e un basket minerario.

In ottica difensiva oltre alle già citate barriere particolarmente profonde, si deve considerare anche la presenza della cedola incondizionata, che proprio perché pagata sempre a prescindere dall’andamento dei sottostanti, aumenta la dose di asimmetria del certificato.

Per meglio comprendere come le caratteristiche siano migliorative per via della presenza dell’opzione callable, prendiamo a riferimento il primo basket composto da UniCredit e Banco BPM (Isin NLBNPIT10Q6D4). Il certificato lo possiamo comparare con le fortunate emissioni dei Low Barrier 40% cedola 0,8% firmate BNP Paribas su UniCredit e Intesa San Paolo che presentavano premi mensili dello 0,8%. Qui abbiamo Banco BPM con una leva leggermente più alta di Intesa, barriera 50% ma premi condizionati allo 0,82% per altro fissi, che sono nettamente più costosi in termini opzionali delle cedole condizionate con memoria.

Per chi vuole una spinta in più sul rendimento (1,37% mensile e barriera al 40% degli strike) possiamo trovare un certificato che può rappresentare la giusta soluzione per cavalcare il tema dell’AI. Si tratta di un Fixed Cash Collect Callable (Isin NLBNPIT1Q6T0) legato ad Alphabet e C3.Ai. Prendiamo a riferimento proprio quest’ultimo per spiegare anche il funzionamento.

A partire dal 23 giugno e successivamente di mese in mese, gli investitori riceveranno una cedola incondizionata dell’1,37%. A partire dalla rilevazione del 23 febbraio 2024, parallelamente alla cedola periodica, l’emittente potrà decidere o meno di richiamare a propria discrezione il prodotto. Con questo meccanismo si può arrivare alla data di scadenza finale di maggio 2026 dove l’unico livello da monitorare sarà quello della barriera capitale fissata al 40% dei rispettivi strike, ovvero tale da immunizzare le perdite dei sottostanti entro il -60% dei livelli di partenza.

Grazie alla presenza dei premi incondizionati, che in ottica di resilienza offrono un altro valido supporto, nello scenario a -60%, ovvero a barriera violata, la perdita per l’investitore sarebbe solo del 10,82%. Attualmente il certificato si compra sul nominale con C3.Ai a +33,36% e Alphabet attuale worst of a -0,34% da strike.

In generale questa serie offre un’altra interessante alternativa per inserire in portafoglio strumenti a premi periodici con una marginalità in più sul fronte dei premi. Apprezziamo tra l’altro i connotati difensivi su cui continua a puntare BNP Paribas, di fatto indispensabili con un contesto di mercato che vede la volatilità pericolosamente schiacciata su livelli che osiamo definire insostenibili per il medio termine.