Redazione / Approfondimento

NON TUTTO AFFONDA, FOCUS SUGLI INVERSE TARGATI LEONTEQ

I Phoenix Memory Reverse gli unici a salvarsi nei portafogli degli investitori. Un monito per il futuro per migliorare l’esposizione al rischio e ancora spiragli di valore inespresso sulle ultime emissioni.

Articolo del 16/03/2020 a cura della redazione

Il sell-off causato da un combinato esplosivo tra la pandemia del COVID-19 e la crisi del prezzo del greggio, ha risparmiato davvero poche emissioni. La serie infinita di knock-out reali, quelli a barriera continua, o virtuali, a barriera discreta, ha gettato sotto la parità la maggior parte delle emissioni presenti sul mercato secondario.

Da questo sterminio hanno resistito solo i certificati reverse, filone di emissione che vede Leonteq in prima linea con una folta pattuglia di Inverse Express. Si tratta di un programma di emissione che si distingue per la facoltà short, ovvero quella di apprezzarsi in un contesto dove i sottostanti del basket worst of perdono terreno dal valore di strike iniziale.

Il meccanismo di payoff ricalca in tutto e per tutto quello dei classici Phoenix Memory a premi periodici con fissazione del trigger e del livello invalidante (barriera) posizionato non più al ribasso ma al rialzo.

Il ragionamento è quindi diametralmente opposto: viene garantito il pagamento dei premi periodici e la protezione del capitale nominale a scadenza a patto che nessuno dei sottostanti venga rilevato oltre la soglia della “barriera up”.  

Una serie che in ottica di gestione del rischio di mercato, non poteva non essere inserita nei portafogli, anche per migliorare il rendimento potenziale su un trading range di prezzo sufficientemente ampio.

IL PUNTO TECNICO

Prima di entrare nel dettaglio del prodotto, ovvero analizzando i certificati più interessanti, vale la pena analizzare la situazione contingente del tutto nuova ed eccezionale. La reattività dei prodotti “inverse” in condizioni di mercato normali è opposta a quella che possiamo trovare nelle classiche emissioni “long”. Se nulla cambia nei confronti del delta, quello che più ci preme sottolineare è l’eccezionalità di avere di fronte a noi un livello di volatilità implicita altissimo per la stragrande maggioranza dei sottostanti. Questo di fatto rappresenta un elemento di novità che fa si che ad una più alta volatilità, parliamo anche di picchi oltre il 100%, corrisponda anche una maggiore probabilità che anche la barriera al rialzo possa venir rotta, in ragione del fatto che lo spettro di oscillazione dei titoli si è allargato davvero a dismisura. Pertanto la situazione odierna vede una sottostima della componente opzionale sottostante (barrier option) che potrebbe tornare ad apprezzarsi anche a parità di sottostante ma con una contrazione del livello di volatilità. E questo fa si che anche queste proposte siano particolarmente interessanti in ragione del fatto che i livelli odierni di volatilità risulterebbero pressoché insostenibili nel medio termine.

L’OFFERTA: REVERSE IN WATCHLIST

Toccata e fuga, è quello che è successo al Phoenix Memory Reverse (Isin CH0478388181) agganciato ai titoli Duetsche Lufthansa, Deutsche Bank e Bayer con quest’ultimo titolo capace prima di andare a pizzicare il livello barriera per poi crollare fin sotto lo strike. Questo certificato con un’alta probabilità andrà in autocall il prossimo 23 marzo con un prezzo di rimborso di 1000 euro nominali maggiorati dell’ultimo premio in corso (0,75%).

Un buon rendimento per chi dovesse aver cavalcato con questo prodotto la serie infinita di ribassi che sta contraddistinguendo il mercato azionario da oltre 15 giorni. Valore inespresso solo per chi dovesse riuscire ad acquistare il certificato vicino al prezzo bid del Market Maker.

Una cavalcata trionfale ha invece segnato il corso recente del Phoenix Memory Reverse (Isin CH0518342479) agganciato ai titoli Google Alphabet e Tesla. Il market timing di Leonteq per questa emissione può dirsi davvero impeccabile, con la pesante retromarcia del titolo automobilistico da quota 900 dollari a fin sotto quota 500 usd pienamente sfruttata dal certificato che ha fissato lo strike iniziale a quota 887,06 usd.

Attenzione alla sua quotazione però, il prezzo lettera vede già oggi proiettato il prezzo al rimborso potenziale alla prima data autocall.

Il settore più colpito dalle vendite e dal diffondersi del Coronavirus è certamente quello delle aviolinee. Ed è qui che c’è una quantità rilevante di valore inespresso in considerazione dei prezzi del Phoenix Memory Reverse (Isin CH0518344574) agganciato ai titoli Delta Airlines, American Airlines e United Airlines in media scese tra il -34% e il -50%. Una vera caporetto ma attenzione alla quotazione di 1028,59 euro in lettera.

La volatilità su livelli eccezionalmente alti sta costringendo il MM ad aprire lo spread denaro-lettera. Ma prima del prossimo appuntamento con l’opzione autocall passano 5 premi periodici dello 0,67%. Acquistato sul mid-price denaro-lettera, sarebbe un buon rendimento potenziale proiettato a 6 mesi.

Tre big di piazza affari sostanzialmente dimezzate, ma anche qui volatilità che impazza e prezzi più contenuti (sempre guardando al mid-price sul book) di quanto ci potevamo aspettare. Capita anche sul Phoenix Memory Reverse (Isin CH0488707164) agganciato ai titoli Azimut, Banco BPM e Telecom Italia mediamente distanti un 35% dai livelli di strike.

Pochi spazi di guadagno residui in considerazione del fatto che il prossimo 24 marzo con tutta probabilità il certificato andrà in autocall rimborsando 1005,8 euro.