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Redazione / Approfondimento

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

Una banca finalmente risanata?

Articolo del 31/05/2024 11:18:38 a cura della redazione

Overview Società

Banca MPS S.p.A. è un gruppo bancario italiano. È considerata la banca più antica al mondo, traendo le sue origini dal Monte di Pietà fondato a Siena nel 1472; nel 1624 fu fondato un secondo monte specializzato nel credito agrario, garantito dai pascoli (i «Paschi») della Maremma; con l’unificazione dei due monti (1872) la banca assunse l’attuale denominazione. Negli anni Novanta la banca era cresciuta notevolmente di dimensioni, diventando il quarto gruppo bancario per raccolta e quotandosi sulla Borsa di Milano il 25 giugno 1999. Da qui segue un ulteriore periodo di crescita, espandendo le proprie attività all’investment banking, al leasing and factoring e al credito al consumo; nel 2007 la discussa acquisizione di Antonveneta, che ha di fatto aperto la crisi finanziaria culminata con l’aumento di capitale del 2013 e la bocciatura negli stress test del 2014, al quale seguì un nuovo aumento di capitale. Nel 2016 arriva la seconda bocciatura agli stress test europei, al quale seguì la proposta di un terzo aumento di capitale; il non raggiungimento della soglia minima costrinse il governo ad intervenire per salvare la banca, entrando nel capitale azionario e tramite obbligazioni garantite. Sotto l’AD Morelli (2016-2019) la banca è stata parzialmente risanata, con un ultimo aumento di capitale (2022) che ha consentito la progressiva uscita dello Stato dal capitale, in vista di una possibile acquisizione.

Conto Economico

Il 2023 ha segnato il ritorno della banca all’utile, dopo una crisi durata almeno 10 anni: il rialzo dei tassi ha portato il margine di interesse sopra i €2,2 mld (+48,7% y/y), con le commissioni nette sostanzialmente invariate rispetto al 2022. Il margine di intermediazione è così cresciuto a €3,71 mld (+23,5% su base annua) ed il risultato della gestione finanziaria a €3,27, dopo le svalutazioni che restano in linea con il 2022. Ma il principale progresso evidenziato dai conti della banca è sul fronte dei costi: il piano di prepensionamenti è infatti entrato a pieno regime nel 2023, con i dipendenti che sono scesi di 4.000 unità agli attuali 15.000. I costi per il personale sono scesi a €1,19 mld dagli €1,43 mld del 2021, dopo il momentaneo aumento del 2022 per favorire le uscite; i costi operativi sono complessivamente diminuiti del 35%, anche grazie alla sopravvenienza attiva (€0,5 mld) derivante dallo storno del fondo rischi dopo la sentenza favorevole di fine 2023. L’utile netto per l’esercizio 2023 ha così superato i €2 mld.

Fonte Bloomberg

Business Mix

Nel 2023 Banca MPS ha generato la metà dei propri ricavi (50,03%) dal segmento Retail Banking (attività di gestione e commercializzazione dei prodotti/servizi bancari e finanziari e di intermediazione creditizia rivolte principalmente a privati e piccole imprese), con una quota rilevante dal Corporate Banking (39,3%, attività di gestione e commercializzazione dei prodotti/servizi bancari e finanziari e di intermediazione creditizia rivolte ad imprese di medie e grandi dimensioni). Quote minori derivano dalle attività Large Corporate & IB (6%) e Wealth Management (4,6%). A livello geografico, la quasi totalità del fatturato è generata in Italia.

Fonte Bloomberg

Fonte Bloomberg

Indici di Bilancio

Banca MPS ha perseguito negli ultimi anni una politica di contenimento dei costi operativi, tagliando una buona parte della forza lavoro: il cost/income ratio è in netto calo dal 71% del 2019 all’attuale 45,6%. Parallelamente, il gruppo ha costantemente migliorato la qualità dei propri attivi mediante la cessione di NPL, abbassando l’NPE ratio all’attuale 2,3%. Anche il CET 1 ratio è migliorato, stabilizzandosi intorno al 18%.

Fonte Bloomberg

Market Multiples

Dopo gli anni di crisi, nei quali Banca MPS è stata percepita come banca estremamente rischiosa, il 2023 ha visto la «riscoperta» del titolo da parte del mercato: il Price to Book è risalito a 0,6x, comunque al di sotto di Intesa Sanpaolo e di Unicredit (che trattano intorno a 1x) ma ben al di sopra dello 0,18x storico e poco al di sotto di BPER e Banco BPM (0,7x).

Fonte Bloomberg

Consensus

Il consensus da parte degli analisti è generalmente positivo, con 5 giudizi buy, 4 hold e nessun sell, con target price medio a 12 mesi fissato a 5,27 euro. I giudizi più recenti sono attribuibili a Citi (5,3 euro, neutral), Intemonte (5,3 euro, outperform), Equita (5 euro, hold) e Barclays (5,5 euro, overweight) e BNP Paribas (6,5 euro, outperform).

Fonte Bloomberg