Dividendi e tassi sostengono l’industria dei certificati in un contesto di volatilità “zero”. Le ultime soluzioni firmate Unicredit che sfruttano un mix per tenere alto il flusso cedolare
Articolo del 29/05/2024 11:44:06 a cura della redazione
L’ultima puntata della settimana della CED|LIVE (venerdi 24 maggio) è stata interamente dedicata al tema delle variabili in gioco nella costruzione dei certificati, con l’obiettivo di dimostrare per quale motivo oggi sia forse uno dei momenti più propizi per investire in certificati. Attraverso le pagine del Certificate Journal intendiamo approfondire ulteriormente l’aspetto del timing, analizzando una delle ultime emissioni di gamma di UniCredit, ossia una serie di Cash Collect con barriere comprese tra il 50% e 60% con premi mensili superiori all’1%.
Andiamo per gradi. La situazione attuale è certamente interessante e pesa, almeno guardando ai numeri del mercato, sul segmento dei certificati di investimento e in particolare sulle strutture a capitale condizionatamente protetto. Infatti, nonostante la fase di volatilità bassa, a livelli storicamente bassi, gli strutturatori hanno trovato il supporto dai tassi di interesse e i dividendi, cresciuti dopo il periodo della pandemia. Un contesto che potrebbe aver vita breve e che presenta delle opportunità. In particolare, sul mercato le nuove emissioni offrono un profilo di rischio e rendimento difficilmente replicabile tra qualche tempo, ossia quando dividendi e tassi di interesse tenderanno a ridursi.
L’emissione, che conta un totale di 14 proposte, va a coprire tipici basket italiani, oltre al settore bancario, delle spedizioni, automotive e dei viaggi. Il tutto strutturato su tre distinte barriere capitali ovvero 50%, 55% e 60% dei fixing iniziali.
Sebbene la serie si ispiri chiaramente alle strutture “fast”, in questa emissione le finestre di rimborso anticipato partono dal sesto mese, implicando la possibilità di ricevere il pagamento di almeno sei premi. Il trigger autocall dal sesto mese parte però non dal tradizionale 100% ma dal 95%, facilitando il rientro anticipato dall’investimento.
BEST BARRIERA 60%
Come top pick di questa serie su certificati a barriera capitale 60%, non possiamo che menzionare il Cash Collect Memory Step Down (Isin DE000HD5F015) agganciato ai titoli Stellantis, Banco BPM, Enel e Intesa Sanpaolo. Per questo strumento la cedola mensile è dell’1,31% con trigger premio al 60%, pari anche alla barriera capitale terminale del certificato. Guardando al funzionamento – che rimane identico per tutta la serie – solo a partire dalla sesta data di rilevazione mensile ovvero da novembre 2024 si avrà accesso alla possibilità del richiamo anticipato con trigger subito al 95% e successivamente decrescente del 5% ogni cinque rilevazioni.
L’analisi di scenario mostra che il certificato va in sofferenza a -40% da strike ovvero immediatamente sotto barriera. Infatti, alla rottura della barriera, la cui valutazione ricordiamo essere solo alla naturale scadenza (rilevazione terminale), il certificato si aggancia direttamente e linearmente alla performance del peggiore dei titoli del basket. Per tutti gli altri scenari è un certificato che vale il 15,15% annuo di rendimento.
BEST BARRIERA 55%
Sul cluster di prodotti a barriera 55% scegliamo una soluzione inedita, che tra l’altro è anche in questo caso il top performer con un flusso di premi mensili dell’1,18%. Piuttosto che al rendimento, l’interesse verso questo prodotto è dato a nostro avviso dal sottostante. Stiamo parlando del Cash Collect Memory Step Down (Isin DE000HD5EZP3) agganciato ai titoli del settore delle spedizioni ovvero Moeller Maersk, Fedex e Hapag Lloyd. Torna decisamente utile in ottica di diversificazione, soprattutto per muoversi dai sottostanti più diffusi nei portafogli. Certificato acquistabile ancora nell’intorno della parità con barriera 55%, premio annuo del 14,16% pagato mensilmente.
Guardando all’analisi di scenario la barriera, calcolata sul worst of Fedex in ribasso del 4,04% dallo strike, oggi dista un -43%. Una maggiore flessibilità data rispetto alla precedente struttura con rendimento, ovviamente, più contenuto ma che comunque si attesta a circa un 14% annuo.
BEST BARRIERA 50%
Aumentiamo la dose di protezione con la barriera più conservativa, scegliendo una proposta a tre sottostanti sul settore automotive composto da Ferrari, Stellantis e Tesla (Isin DE000HD5EZX7). Nonostante un sottostante in meno nel basket worst of, la presenza di Tesla consente di mantenere alta la cedola che si attesta all’1,03% mensile. Un mix interessante tra rischio e rendimento, considerando anche l’opportunità di uscita alla prima data di autocall tra sei mesi.
Tra i certificati nominati è il certificato più resiliente con l’analisi di scenario che identifica in un -51% di Ferrari, attuale worst of, il punto di sofferenza a scadenza per questo prodotto. Il rendimento annuo, invece, si posiziona attualmente al 12,43%.
UN EXTRA, MA SEMPRE CENTRATO SUL TEMA
Anche il timing ha il suo impatto. Per questo appare doveroso citare anche una recente emissione, avvenuta qualche settimana più tardi rispetto alle 14 fin qui presentate, che ha preso in pieno il ribasso registrato in particolare sul segmento bancario. Scambia infatti sotto la parità a quota 98 euro il Cash Collect Mermory Step Down (Isin DE000HD5SX18) ugualmente firmato UniCredit e legato ai titoli del settore bancario con Banco BPM, BBVA, Intesa Sanpaolo e BPER. La struttura è identica alla precedente ovvero cedola mensile dell’1,15%, barriera 60%, trigger autocall al 95% a partire da fine novembre e successivamente step down con il ritmo del 5% ogni sei mesi.
Un paniere bancario atipico dato dall’inserimento della spagnola BBVA e dal ricorso a BPER, ugualmente utile per riposizionarsi sul comparto anche in ragione dei numerosi autocall che si sono verificati in questi mesi.