Redazione / Approfondimento

La nuova frontiera dei certificati a leva dinamica

BNP Paribas e Vontobel allargano la gamma dei prodotti a leva dinamica, aggiungendo gli ETF ai sottostanti coperti. Come coniugare la semplicità dell’ETF con l’efficienza fiscale del certificato.

Articolo del 15/05/2024 10:56:28 a cura della redazione

L’innovazione di prodotto e la maggiore conoscenza e consapevolezza da parte degli investitori hanno finalmente sdoganato il segmento dei certificati a leva dinamica dal solo alveo di prodotti da trading puro. Se è indubbio che il loro principale impiego sia nella speculazione sulla direzionalità del sottostante sfruttando l’effetto leva, è pur vero che l’aumento della gamma sia in termini di varietà degli strike che di sottostanti coperti dalle emissioni ha fatto sensibilmente allargare le modalità e i termini di utilizzo. Se il primo step in avanti era stato quello delle coperture di portafoglio, sfruttando ovviamente tutta la gamma dei certificati con facoltà “short” per immunizzare o diminuire il rischio di mercato dei propri investimenti, le variegate leve messe a disposizione dagli emittenti hanno poi consentito agli investitori di utilizzare la gamma a leva dinamica anche proprio in sostituzione di asset di portafoglio. Sfruttando l’effetto leva, infatti, questi certificati consentono di sostituire singoli asset con Turbo o Mini Future scritti sugli stessi sottostanti, liberando capitale pur mantenendo lo stesso controvalore di esposizione.

Questi nuovi termini di utilizzo hanno fatto sempre maggiore breccia all’interno dei risparmiatori e riteniamo si sia ormai consolidato questo processo di sdoganamento da prodotto da trading puro a strumento utile anche in ottica di portafoglio, anche grazie all’inserimento di un vasto ventaglio di ETF nella gamma di sottostanti a leva dinamica. Su questo lo sforzo profuso da BNP Paribas e Vontobel è stato davvero importante e certamente meritevole di attenzione.

Una leva anche su asset da portafoglio

Gli ETF sono una tipologia di strumento finanziario che ha vissuto una fase di forte espansione negli ultimi anni, nonostante esistano ormai da oltre un decennio. L’acronimo sta per Exchange Traded Fund, ossia fondi concepiti per replicare in maniera passiva l'andamento di specifici indici finanziari. La gamma di ETF disponibili è notevolmente cresciuta nel tempo: nel 2005, erano circa 450, mentre oggi superano i 9.500. Uno dei principali vantaggi degli ETF è la possibilità di coprire un settore o una regione specifica con un unico investimento.

Per conformazione di prodotto, si comprende come questa tipologia di sottostante possa rappresentare quasi sempre un asset “core” di un portafoglio investimenti. Da qui la possibilità tramite gli strumenti a leva dinamica, di poter intervenire in almeno tre direttrici diverse.

Liberare capitale sfruttando l’effetto leva, sostituendo quindi l’ETF con il certificato a leva dinamica, avendo accesso allo stesso tempo anche a benefici di natura fiscale. Coprire il portafoglio o l’esposizione su un ETF in determinate fasi di mercato, utilizzando la gamma “short”. Sfruttare l’effetto leva anche per attuare strategie “satellite” o “tattiche” per l’acquisto o la sovraesposizione di determinate idee di investimento o settori. Riteniamo quest’ultimo aspetto molto interessante, perché grazie al ricorso all’ETF si ha la reale possibilità di agganciarsi direttamente alle dinamiche settoriali o ai temi di mercato e non a singole storie di titoli che potrebbero anche nel breve termine non avere la stessa direzionalità o trend.

La gamma di ETF

Ad oggi l’offerta sul mercato di certificati a leva dinamica su ETF va a coprire sicuramente tutti quei prodotti più liquidi e maggiormente noti alla clientela retail, sia settoriali che tematici.

Per quanto riguarda la gamma firmata BNP Paribas troviamo 16 sottostanti differenti, di cui in prevalenza indici settoriali come il Consumer Discretionary Select Sector Spdr Fund, Consumer Staples Select Sector Spdr Fund, Energy Select Sector Spdr Fund, Financial Select Sector Spdr Fund, Healtcare Select Sector Spdr Fund, Industrial Materials Select Sector Spdr Fund, Materials Select Sector Spdr Fund, Utilities Select Sector Spdr Fund, Technology Select Sector Spdr Fund, ma anche ETF tematici o geografici come l’iShares Automation Robotics Ucits, iShares Global Clean Energy, iShares MSCI China A Ucits, Vaneck Semiconductor e l’xTrackers Artificial Intelligence & Big Data. Chiudono il quadro anche il tema del momento, ovvero legato ai tassi di mercato su cui è possibile prendere posizione sia con i Mini Future sull’iShares € High Yield Corp Bond che sull’iShares 20+ Year Treasury Bond.

In totale la gamma di casa BNP Paribas comprende un totale di 99 certificati a leva dinamica agganciati a sottostanti ETF di cui 63 con facoltà Long e 36 short. Molteplici sono le leve che attualmente vanno da 2,75 a 12,61.

Per quanto attiene invece alla recente gamma di Vontobel, l’emittente svizzero ha da poco quotato prodotti a leva dinamica nella conformazione di Turbo Open End su 15 ETF. Rispetto ai sottostanti già coperti da precedenti emissioni, segnaliamo come novità le soluzioni sull’ETF iShares China Large Cap, Ark Innovation, VanEck Gold Miners, iShares US Aerospace & Defense, Vanguard Real Estate, Global X Uranium e a livello di indice anche l’iShares Russell 2000.

In totale la gamma per quanto riguarda BNP Paribas comprende un totale di 93 certificati a leva dinamica agganciati a sottostanti ETF di cui 45 con facoltà Long e 48 short.

Idee di diversificazione a basso costo con l’effetto leva

Il settore della tecnologia rimane sicuramente il più interessante in ottica di diversificazione di portafoglio ed è per questo che abbiamo deciso di approfondire le proposte che avessero come tema proprio quello dei titoli tecnologici americani.

Nella tabella presente in pagina abbiamo selezionato alcune proposte che possono essere utili per soluzioni da portafoglio, quindi prevalentemente a leva contenuta. A livello di sottostanti la selezione ha riguardato in modo particolare l’ETF Tecnology Select Sector SPDR Fund, che ha oggi vede come primi 5 titoli al suo interno Microsoft (23,25%), Apple (20%), Broadcom (4,72%), Nvidia (4,69%) e Salesforce (2,90%). Maggiormente esposto ovviamente ai temi della robotica invece la composizione dell’iShares Automation Robotics UCITS ETF, anche maggiormente diversificato al suo interno, con i primi 5 titoli che vedono la presenza di Nvidia (3,06%), Lasertec (2,40%), Garmin (2,09%), KLA Corp (1,96%) e SAP (1,84%).

Presente sia nelle proposte firmate BNP Paribas che in quelle di Vontobel, il VanEck Semiconductor ETF è una proposta settoriale che abbraccia uno specifico comparto dei tech usa. Nel suo portafoglio troviamo Nvidia (10,55%), Taiwan Semiconductor (10,51%), Broadcom (10,44%), ASML Holding (10,44%) e a scorrere, con percentuali inferiori, AMD, Qualcomm, Texas Instrument e Intel.

Proseguendo con la lista dei sottostanti troviamo poi l’xTrackers Artificial Intellingence & Big Data. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un settoriale della tecnologica USA che tra i principali titoli vede la presenza di Nvidia (7,53%), Meta (5,51%), Amazon e Alphabet (5% ciascuno), Microsoft, Salesforce, Samsung, Bofa.

Menzione a parte va fatta per ARK Innovation, dal momento che si discosta dalla maggior parte degli altri ETF poiché è gestito attivamente. La mente dietro a questo fondo è Cathie Wood, fondatrice di ARK Invest nel 2014, la cui fama è cresciuta a livello globale soprattutto durante la pandemia di COVID-19. Questo fondo è focalizzato sulle tecnologie disruptive, quali blockchain, intelligenza artificiale, stoccaggio di energia, robotica e sequenziamento multi-omico. Le tecnologie disruptive sostituiscono o innovano rispetto alle tecnologie consolidate, spesso influenzando abitudini personali e professionali. Tuttavia, l'adozione e il successo di queste tecnologie sono spesso incerti, rendendo gli investimenti in questi settori altamente speculativi. Tra i maggiori titoli presenti nel fondo troviamo Tesla (11,28%), Roku (8,58%), Coinbase (8,26%), Block (6,45%), Uipath (5,75%), Roblox (4,94%).

Fonte CedLab