Quanto valgono le minusvalenze?
Come si recuperano le minusvalenze?
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Pierpaolo Scandurra illustra le varie modalità di compensazione delle minusvalenze

QUANTO VALGONO LE MINUSVALENZE?

Quando si parla di minusvalenze in ambito finanziario, si tende troppo spesso a equipararle alle perdite in conto patrimoniale. L’equivoco che si genera porta pertanto a considerare l’esistenza di minusvalenze come il risultato di una cattiva gestione.

Tuttavia, per il sistema fiscale vigente e in particolare per la tassazione delle rendite finanziarie derivanti da fondi comuni e OICR (ETF inclusi) , è altamente probabile che l’investitore si trovi con delle minusvalenze caricate nel proprio zainetto fiscale (recuperabili nei 4 anni successivi) anche se complessivamente il proprio patrimonio sta crescendo.

Questo avviene perché le plusvalenze generate da fondi comuni ed ETF sono considerate “reddito da capitale”, mentre le minusvalenze create dagli stessi sono inquadrate come “reddito diverso”. Per la normativa vigente è possibile beneficiare della compensazione tra i redditi, ovvero è possibile non essere soggetti alla tassazione del 26% sul capital gain, solo se i redditi sono della medesima natura. Si comprende quindi come sia frequente la seguente situazione:

Si ipotizzi l’investimento di 100.000 euro, diversificato equamente su 10 Fondi comuni o ETF e il seguente risultato al termine di un anno:

  • 8 Fondi/ETF hanno generato una plusvalenza complessiva di 10.000 euro
  • 2 Fondi/ETF hanno generato una minusvalenza complessiva di 5.000 euro

Il saldo operativo per l’investitore è positivo di 5.000 euro, pari al 5% del capitale investito. Applicando la tassazione sulle rendite finanziarie, tuttavia, la situazione si modifica:

  • Su 10.000 euro di plusvalenze mi verranno trattenuti 2.600 euro di tassazione, ovvero il 26% sul capital gain, senza alcuna possibilità di compensazione
  • I 5.000 euro di minusvalenze verranno accantonati nello zainetto fiscale per il successivo recupero entro i termini ( 4 anni), purché le future plusvalenze derivino da «reddito diverso» e non «da capitale»
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